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Ordinamento giuridico Ceco

Ordinamento giuridico in Repubblica Ceca

1. Fonti del diritto

L’ordinamento giuridico della Repubblica ceca è il complesso di tutta la legislazione nazionale e dei relativi atti giuridici. Gli atti legislativi più importanti sono le leggi (zakony), vale a dire le raccolte delle norme di comportamento che disciplinano i principali settori della vita degli individui e della società.

Atti giuridici di portata più ampia applicabili ad un intero ramo del diritto, i “codici” (zakoniky) stabiliscono dettagliate disposizioni in modo sistematico. Le leggi che disciplinano un intero settore del diritto procedurale e che stabiliscono norme procedurali particolareggiate sono denominate “codici di procedura” (řády). Le leggi che regolano gli aspetti più importanti dello Stato e dei cittadini, così come i diritti dell’uomo (compresa la Costituzione della Repubblica ceca e la Carta dei diritti e delle libertà (fondamentali) sono dette “leggi costituzionali” (ústavní zákony) e vengono adottate secondo uno speciale iter legislativo.

Le leggi sono sostenute dai regolamenti di applicazione: regolamenti governativi, ordinanze ministeriali e atti emanati dagli organi statali e dagli enti regionali autonomi.

L’ordinamento giuridico include anche gli accordi internazionali che sono stati ratificati dal Parlamento e che pertanto vincolano la Repubblica ceca. Gli accordi internazionali sono sovraordinati rispetto al resto della legislazione nel senso che un accordo internazionale prevale sulla legge nazionale qualora una stessa materia sia regolata da due norme diverse e contrastanti.
Oltre alle categorie di fonti sopra citate, con l’adesione all’Unione europea trova ora applicazione nella Repubblica ceca anche il diritto comunitario, alla stregua di tutti gli altri Stati membri.

Gli usi non costituiscono fonte del diritto nella Repubblica ceca. Tuttavia, in taluni casi la legge ammette che si tenga conto degli usi in determinati campi o settori giuridici. Tali casi sono espressamente precisati dalla specifica legge e il giudice può applicare le relative disposizioni. L’opinione prevalente pertanto è che fonte del diritto non siano il principio giuridico o l’uso stessi bensì la legge che vi fa riferimento. Non rientra tra le fonti del diritto nemmeno una sentenza pronunciata da un giudice.

Peraltro, un giudice non può rifiutarsi di pronunciare una sentenza a motivo dell’incompletezza o dell’ambiguità della legge. Spesso spetta al giudice dare la propria interpretazione della particolare fattispecie, che formerà la base sulla quale altri giudici baseranno in massima parte le loro sentenze, facendone un precedente giuridico automatico. Se la sentenza è pubblicata nella Gazzetta ufficiale delle sentenze e posizioni giurisprudenziali (Sbírka soudních rozhodnutí a stanovisek) nella quale sono generalmente pubblicate le sentenze della Corte suprema, essa diventa di fatto una fonte del diritto, benché la dottrina non la ritenga ufficialmente tale.

2. Gerarchia delle fonti del diritto

L’ordinamento giuridico ceco è strutturato in modo gerarchico. Al vertice della piramide si trovano la costituzione e le leggi costituzionali, che assumono la massima forza normativa e possono essere modificate soltanto da altre leggi costituzionali.

Di rango inferiore sono le leggi ordinarie e i regolamenti di attuazione, che hanno la minore efficacia giuridica. La norma di grado inferiore deve essere conforme alla norma di grado superiore nella scala gerarchica. Una norma può essere modificata o abrogata soltanto da norme di pari grado o di rango superiore. Gli accordi internazionali godono di uno status particolare.

Come indicato in precedenza, essi formano pare dell’ordinamento giuridico e prevalgono persino sulla legge costituzionale in caso di conflitto con quest’ultima.

Per quanto riguarda gli atti comunitari, il principio della supremazia del diritto comunitario si applica come in tutti gli altri Stati membri. Secondo tale principio, la normativa europea dell’Unione europea prevale in caso di conflitto con una legge nazionale (leggi, ordinanze, ecc.). Tale carattere sovraordinato rispetto alla legge nazionale vale, in caso di conflitto, sia per il diritto comunitario primario (i trattati) sia per il diritto comunitario derivato (regolamenti, direttive, ecc.).

Stando alla prevalente interpretazione del diritto, nemmeno gli atti giuridici di rango più elevato si sottraggono alla supremazia del diritto europeo, che prevale persino sulla costituzione e sulle leggi costituzionali degli Stati membri.

Gli accordi internazionali diventano parte integrante dell’ordinamento giuridico e, conseguentemente, vincolanti per la Repubblica ceca soltanto previa ratifica del Parlamento nazionale – a meno che, naturalmente, non siano soggetti a ratifica mediante referendum stabilito dalla legge costituzionale.

Il Presidente della Repubblica ratifica gli accordi internazionali. Successivamente alla ratifica il testo dell’accordo in lingua ceca deve essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale degli accordi internazionali (Sbírka mezinárodních smluv).

3. Iter legislativo

L’organo legislativo della Repubblica ceca è il suo Parlamento, che è composto da due camere indipendenti – la Camera dei deputati (200 membri) e il Senato (81 senatori).

L’iter legislativo è avviato quando viene esercitato il potere di iniziativa legislativa. Ciascun parlamentare, da solo o unitamente ad altri parlamentari, il Senato, il governo e le autorità regionali possono presentare progetti di legge volti a introdurre una nuova legge o emendare una legge in vigore. Soltanto il governo gode del potere di iniziativa legislativa in materia di bilancio o di chiusura dei conti nazionali e soltanto la Camera dei deputati può decidere in merito a tali leggi.

Il governo, tuttavia, ha diritto di esprimere la propria opinione su qualsiasi progetto di legge. La Camera dei deputati dapprima esamina e all’occorrenza emenda il progetto di legge in tre successive letture.

L’approvazione della legge richiede la maggioranza semplice dei voti dei deputati presenti.
Il Presidente della Camera dei deputati trasmette quanto prima il progetto di legge al Senato, il quale dispone di soli 30 giorni per la discussione e l’esame — contrariamente a quanto avviene nella Camera dei deputati, le cui discussioni spesso si protraggono a lungo, a volte persino mesi.

Al termine del periodo previsto, il Senato deve approvare, rigettare o rinviare alla Camera una versione emendata del progetto di legge. Può anche decidere di non procedere ad alcuna discussione. Se il Senato approva il progetto di legge o decide di non esaminarlo, o se non ha espresso alcuna posizione prima della scadenza, la legge è considerata approvata ed è trasmessa al Presidente della Repubblica per la promulgazione.

Se il Senato rigetta il progetto di legge, la Camera dei deputati procede a una seconda votazione. La legge è adottata se riceve il voto favorevole della maggioranza semplice della Camera dei deputati.

Se il Senato ritrasmette una versione modificata del progetto di legge alla Camera dei deputati, la camera bassa vota la versione approvata dal Senato. Il progetto di legge è adottato alla maggioranza semplice dei voti dei deputati. Se non approva il testo emendato dal Senato, la Camera dei deputati vota nuovamente sulla versione originale del progetto di legge trasmesso al Senato. La legge è adottata se riceve i voti favorevoli della maggioranza semplice di tutti i deputati (vale a dire, se raggiunge il quorum di 101 voti). Le leggi elettorali e talune altre categorie di legge devono essere approvate tanto dalla Camera dei deputati che dal Senato.

Anche il Presidente della Repubblica può intervenire sull’esito finale del progetto di legge. Può decidere di non firmare un progetto di legge approvato entro 15 giorni dalla ricezione dell’atto e può rimandarlo alla Camera dei deputati per una ulteriore discussione, motivando la sua decisione. In questo caso il Presidente ricorre al “veto presidenziale”. La Camera dei deputati può superare il veto presidenziale votando alla maggioranza semplice dei suoi membri senza apportare alcun emendamento al progetto, nel qual caso la legge è approvata. In caso contrario la legge non viene adottata.

Oltre al Presidente della Repubblica, anche il Presidente della Camera dei deputati e il primo ministro firmano le leggi, sebbene si tratti di una mera formalità.

Se la Camera dei deputati è sciolta, spetta al Senato adottare le disposizioni di legge essenziali in taluni settori che altrimenti richiederebbero l’adozione di una legge. Solo il governo può proporre provvedimenti al Senato, che devono essere approvati dalla Camera dei deputati in prima lettura, pena la decadenza.

Al procedimento legislativo sopra illustrato si sottraggono le leggi costituzionali, le quali devono essere adottate a maggioranza dei tre quinti di tutti i deputati (maggioranza qualificata) e dei tre quinti dei senatori presenti, anziché dalla maggioranza semplice (la metà) di tutti i membri del Parlamento presenti, come richiesto per le leggi ordinarie.

Le leggi costituzionali possono essere emendate o prorogate soltanto mediante un’altra legge costituzionale (ciò significa che con la Camera dei deputati sciolta il Senato non può modificarle mediante atto legislativo) e il Presidente non ha potere di veto nei loro confronti.

I Ministeri, le altre agenzie amministrative e gli organi regionali dotati di autonomia possono emanare norme di applicazione (regolamenti e decreti) nel rispettivo settore di attività.

4. Efficacia delle norme giuridiche

Affinché possa entrare in vigore, la norma deve essere pubblicata. Le leggi di rango costituzionale, le leggi ordinarie e le altre norme giuridiche (regolamenti governativi, ordinanze ministeriali, ecc.) sono pubblicate nella Gazzetta ufficiale delle leggi (Sbírka zakonů) a cura del Ministero dell’interno. La legge entra in vigore e diventa parte integrante dell’ordinamento giuridico ceco il giorno della sua pubblicazione nella Sbírka zakonů. Nella Gazzetta ufficiale è anche indicata la data in cui ciascun atto prende effetto, vale a dire la data alla quale tutti sono obbligati a conformarsi alla legge in causa.

Se non è indicata alcuna data, la legge prende effetto 15 giorni dopo la sua pubblicazione. In casi eccezionali di necessità pubblica, il periodo di vacatio legis può essere abbreviato, ma la legge non può in nessun caso avere efficacia retroattiva. Ad esempio, la data in cui una determinata legge prende effetto può coincidere con la data di entrata in vigore, ma non può mai precedere tale data.

Le leggi approvate dal Senato sono pubblicate nella Sbírka zakonů, come le altre leggi; gli accordi internazionali ratificati sono pubblicati nella Gazzetta degli accordi internazionali (Sbírka mezinárodních smluv). I regolamenti provinciali sono pubblicati nei bollettini, quelli comunali sono esposti nella bacheca del Consiglio comunale per 15 giorni e quindi pubblicati nella forma abituale.

Quando vi sia conflitto tra le leggi nazionali o specifiche norme di legge e le norme di rango costituzionale oppure se altri atti giuridici o disposizioni di legge entrano in conflitto con l’ordinamento costituzionale o altre leggi, spetta alla Corte costituzionale decidere se le norme di rango inferiore debbano essere abrogate.

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